manifesto dell'abitare
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Garage
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Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.

Italo Calvino

Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.

Italo Calvino

Nel secolo dell’automobile, il garage ha rappresentato il riparo dei veicoli a motore, che quasi avevano finito per coincidere con la mobilità umana tout court. Oggi, invece, stiamo riscoprendo il modo più naturale di cui l’essere umano dispone per muoversi: camminare. I primi passi rappresentano un momento carico di emozione e significato, il primo distacco del bambino dal genitore. Senza contare che camminare ha segnato una tappa fondamentale dell’evoluzione umana, con notevoli vantaggi di carattere pratico e sociale.

A differenza di altre specie animali, l’uomo è per natura un camminatore: da homo erectus a flâneur, esploratore della città che vaga senza meta, per il puro piacere di camminare immerso nei propri pensieri e fantasticherie, impegnato in un esercizio spirituale più che fisico. Nel vagare, vi è qualcosa di inspiegabilmente desiderabile, attraente, con una sfumatura d’incanto, letteralmente: il termine ‘vago’, infatti, nella sua accezione meno conosciuta, indica qualcosa di leggiadro, di una bellezza non vistosa, mista di grazia e dolcezza, come le «vaghe stelle dell’Orsa» leopardiane.

Eppure, oggi abbiamo perso l’abitudine di camminare, costretti ogni giorno dentro gli stretti abitacoli di automobili, tram, autobus e treni, che ci hanno fatto perdere il contatto con la nostra mobilità naturale e con l’ambiente che ci circonda. La pandemia, però, ci ha costretti a ripensare la nostra mobilità e a riconsiderare l’organizzazione dei nostri spazi non solo privati, ma anche – e soprattutto – urbani. Si è affermata così l’idea della ‘città dei 15 minuti’, fatta propria da architetti come Stefano Boeri e Carlo Ratti: una città in cui è possibile raggiungere, a piedi o in bici, tutti i servizi necessari per mangiare, divertirsi e lavorare.

Da rifugio per le automobili, il garage del futuro custodirà solo mezzi a energia biologica, funzionali a una mobilità che rispetta i bioritmi dell’uomo e della natura, attenta all’ambiente e fonte di innumerevoli benefici anche a livello della nostra salute psicofisica.

Nel secolo dell’automobile, il garage ha rappresentato il riparo dei veicoli a motore, che quasi avevano finito per coincidere con la mobilità umana tout court. Oggi, invece, stiamo riscoprendo il modo più naturale di cui l’essere umano dispone per muoversi: camminare. I primi passi rappresentano un momento carico di emozione e significato, il primo distacco del bambino dal genitore. Senza contare che camminare ha segnato una tappa fondamentale dell’evoluzione umana, con notevoli vantaggi di carattere pratico e sociale.

A differenza di altre specie animali, l’uomo è per natura un camminatore: da homo erectus a flâneur, esploratore della città che vaga senza meta, per il puro piacere di camminare immerso nei propri pensieri e fantasticherie, impegnato in un esercizio spirituale più che fisico. Nel vagare, vi è qualcosa di inspiegabilmente desiderabile, attraente, con una sfumatura d’incanto, letteralmente: il termine ‘vago’, infatti, nella sua accezione meno conosciuta, indica qualcosa di leggiadro, di una bellezza non vistosa, mista di grazia e dolcezza, come le «vaghe stelle dell’Orsa» leopardiane.

Eppure, oggi abbiamo perso l’abitudine di camminare, costretti ogni giorno dentro gli stretti abitacoli di automobili, tram, autobus e treni, che ci hanno fatto perdere il contatto con la nostra mobilità naturale e con l’ambiente che ci circonda. La pandemia, però, ci ha costretti a ripensare la nostra mobilità e a riconsiderare l’organizzazione dei nostri spazi non solo privati, ma anche – e soprattutto – urbani. Si è affermata così l’idea della ‘città dei 15 minuti’, fatta propria da architetti come Stefano Boeri e Carlo Ratti: una città in cui è possibile raggiungere, a piedi o in bici, tutti i servizi necessari per mangiare, divertirsi e lavorare.

Da rifugio per le automobili, il garage del futuro custodirà solo mezzi a energia biologica, funzionali a una mobilità che rispetta i bioritmi dell’uomo e della natura, attenta all’ambiente e fonte di innumerevoli benefici anche a livello della nostra salute psicofisica.