Dall’11 al 14 aprile 2024, MIA Photo Fair ha ospitato - in una lounge dedicata - la seconda edizione della Collettiva di Architettura che nasce dal contributo degli studi parte del Think Tank del Manifesto dell’Abitare.
Il connubio 'Fotografia - Architettura’ nasce dalla volontà di Mia Photo Fair e Manifesto dell’Abitare di promuovere una contaminazione culturale affiancando diverse forme di espressione artistica.
Il fil rouge dell’edizione 2024 del MIA Fair è stato il tema del “Cambiamento”.
Cambiare significa cercare un’alternativa alla situazione presente. Il cambiamento passa attraverso la presa di coscienza della circolarità della vita, la rivalutazione dell'ambiente, i rapporti basati sull'aiuto reciproco, la solidarietà, i nuovi assetti sociali e tutto ciò che ci tocca da vicino.
Abbiamo scelto l’Acqua come l’elemento della natura che con la sua fluidità meglio rappresenta il cambiamento. La salvaguardia e l’utilizzo sostenibile e resiliente dell’acqua definiranno il futuro del nostro ecosistema a diversi livelli: ambientale, sociale, estetico ed economico. Questo è il perimetro entro il quale abbiamo chiesto agli studi di architettura di circoscrivere i propri progetti.
La sfida lanciata dal Manifesto dell’Abitare con questa Collettiva vuole promuovere un ripensamento atavico, un doppio binomio: da un lato Acqua-Architettura (Acqua per l’Architettura e Architettura per l’Acqua) e dall’altro Architettura-Uomo, ma questa volta, non in maniera biunivoca, ma univoca: l’Architettura per l’Uomo e non l’uomo soggiogato da un’architettura autocelebrativa che ha perso il senso stesso dell’essere architettura per l’uomo, e la sua funzione essenziale. Qui la provocazione, la sfida è ritrovarla e riscoprirla, coniugandola con l’essenza stessa dell’uomo: l’acqua.
E così i progetti hanno vinto, tutti, la sfida. Perché ognuno ha interpretato il tema in maniera personale, senza autocelebrazione, coniugando il concetto stesso di Architettura per l’Acqua e Acqua per l’Architettura ed entrambe per l’Uomo.
Vediamo così provocazioni dialettiche che nascondono innovazione ed utilità concreta, come l’enigma di una all’apparenza fragile architettura, dove nel contesto agreste si compie la magica trasformazione di una diaforesi in un meccanismo di salvezza per l’ecosistema, attingendo l’acqua dall’aria in una sorta di riconciliazione dopo un’offesa all’ambiente, alla terra, alla politica ed alla natura. L’architettura diventa casa dell’ecosistema. Diventa riappropriazione di un bene confiscato alla camorra ma diventa anche riappropriazione della natura, dell’acqua dall’aria (We will drink sweat (?) -aidna).
O ancora i 5 progetti di architettura, a scale differenti, che hanno tutti una forte attinenza quasi passionale ma anche, all’opposto una nemesi relazionale con l'acqua, acqua che è l'elemento caratterizzante del contesto tutto, valorizzata, sussurrata, nascosta, intesa o sottesa (Architettura per l’acqua - Studio Albini Associati).
Vi è poi, l’Acqua “colta”, acqua come fonte di civiltà, culla della civiltà, una architettura urbana che racconta una storia che ha radici profonde come la fondazione di una città mediterranea, staccata dalla penisola da qualche centinaio di metri, città orgogliosa che ha saputo risorgere dalle sue stesse ceneri. Città ridisegnata per assomigliare a se stessa, per riflettersi nel Mediterraneo. Luogo antico che è mito che diventa luce e architettura, sul mare, sull’acqua, ripensando il modo di vivere la prossimità con l’elemento più essenziale della vita (Waterfront Messina masterplan - l’acqua culla della civiltà - Benedetto Camerana Studio).
Vi sono poi sfide lanciate da diversi studi che trovano un leitmotiv unico, declinato ed interpretato differentemente, ma tutti con la consapevolezza dell’urgenza di trovare una soluzione.
Come la rappresentazione quasi mistico pittorica di un mondo evanescente in cui l'essere umano vive con scelleratezza e ludopatia la sua esistenza, ignorando le problematiche e le conseguenze connesse con il suo egoismo e la sua miopia. Questo quadro apocalittico, con delle Venezie arse o una Firenze balneare e marittima vuole lanciare un grido disperato di allarme per sensibilizzare lo spettatore sull'urgenza di affrontare queste sfide non più trascurabili e promuovere un cambiamento verso un futuro (La vie en rose - Casalini BartoliArchitetti).
O ancora la tematica relativa alla necessità ancestrale, fisica e chimica verso l’acqua, acqua che è diritto fondamentale per qualsiasi essere umano. Acqua che è pulizia, che è igiene, strumento indispensabile alla cura, al soccorso, alla terapia, alla chirurgia, alla medicina, al rispetto. Acqua come abbraccio della comunità tutta all’uomo singolo che necessita dell’elemento fonte essenziale di vita (Nettuno - FERRILLOBELLI).
O ancora, mutatis mutandis, acqua come futuro bene inalienabile e prezioso, come un diamante, o meglio come ORO BLU che però, come l’oro e i diamanti, diventa - dove raro - possibile strumento di guerra. Anche qui, un disperato urlo per una necessaria ricerca di soccorso, di una soluzione ([...] Water, water, every where. Nor any drop to drink - FTA | Filippo Taidelli Architetto).
Ma vi è anche l’interpretazione della salvezza che sfrutta l’acqua, come elemento e base per galleggiare, fluttuare... su una bolla. L’acqua diventa non solo elemento vitale per la sopravvivenza ma elemento che sorregge e culla, un elemento fragile come una bolla di sapone ma che diventa uovo, luogo che riesce a permettere la sopravvivenza e la rinascita (Bolla_Survival - LAA Lorena Alessio Architetti).
Ma l’Acqua, lo abbiamo visto è anche per definizione l’elemento primordiale, simbolicamente e praticamente elemento indispensabile per la vita stessa, capace di plasmare, se lasciato libero alla sua natura, lo spazio architettonico. Solo così, se non imbrigliata e costretta, l’Acqua è capace di arricchire e valorizzare ogni progetto architettonico.
E allora vediamo percorsi progettuali che cercano di ricreare, di ristabilire con questo elemento un rapporto non solo funzionale e sostenibile ma anche capace di conferire calma e serenità, grazie alla trasformazione degli ambienti in luoghi di riflessione e contemplazione. Tornano così quei concetti prima espressi da altri di acqua come un elemento integrante, non solo per la sua valenza e bellezza estetica, ma anche per il suo impatto sulla sostenibilità ambientale e, in sostanza non solo come elemento decorativo o funzionale, ma come vero e proprio catalizzatore di emozioni e significati (Salus per aquam - Longo Palmarini Architecture & Partners).
In una nuova metamorfosi, vediamo diverse astrazioni e contaminazioni che sono capaci di ascoltare l’acqua, il suo suono, la sua intimità, la sua capacità di riscrivere l’architettura, la natura.
Così, come nelle gole di una montagna, l’acqua che solca gli spazi, tracciando nuove vie nella materiale natura, può anche, se sapientemente ed in maniera colta e delicata, lavorare con e per l’architettura, lasciando una testimonianza del cambiamento in una decostruzione di schemi e ricostruzione di nuove prospettive (Glimpse of an evolution - l.a.barassi architettura).
Ma l’acqua che è capace di trovare sempre la via per il mare, non importa quanto lontano questo sia… l’acqua che è capace di ricongiungersi e riunirsi, di dissetare e ricreare vita e anche luce. E come la luce, è parte essenziale ed imprescindibile di questa vita. E così il binomio luce-acqua diventa poesia, diventa vita ed architettura… se la si ascolta.
La luce, retta e lineare, si unisce in un matrimonio quasi sacro con l’acqua, che invece è fluida, lieve e sinuosa, e diventa architettura. Luce e acqua, forse due dei soli elementi che debbono coesistere ed esistere in una architettura moderna, in una casa contemporanea. Compito del progettista è gestire questi elementi, soavemente, non solo nella loro essenziale funzione “primaria” ma spingendosi a sfruttare le innumerevoli possibilità che questi possiedono, creando giardini, serre, luoghi ludici o medicali come piscine, o sfruttare la bellezza quasi effimera dei suoi riflessi, ecc. (Light’s drops -Luini12 | Litelab Milano).
Perché se luce e acqua convivono in un gioco di coppie effimero o dotto nell’architettura immobile, in quella mobile, come la goccia galleggiante o una barca, debbono dialogare in maniera differente senza confini, rispecchiando la natura fluida e sconfinata dell'acqua stessa. Così e solo così gli spazi interni ed esterni si fondono perfettamente l'uno nell'altro, in sfumature di colore e di luce e smaterializzando lo spazio, aprendolo al maestoso esterno (FLUID HORIZONS: Navigating the Boundless Design of ACE - m²atelier).
Solo così non ci sarà differenza tra uno yacht e una casa che dialoga con il lago. Solo così uno spazio riconfigurato ed equilibrato negli arredi, che sa giocare con le cromie e con le superfici diventa capace di abbattere le barriere fisiche, entrando e facendo uscire, diventando al contempo ludico, intimo e riflessivo, aperto ed ospitale, punto di ritrovo per persone e collezioni, per amanti dell’acqua. Una casa barca, un “ormeggio domestico”. Il tutto diventa una sfida, da far vivere senza stupire (Petite Maison sur l’eau - Micheletti+Partners).
L’acqua da sempre, per chi la osserva, è capace di rappresentare lo scorrere del tempo, come gli antichi orologi ad acqua. È un processo naturale che l'acqua ineluttabilmente svolge senza quasi che ce ne accorgiamo. Ma l’acqua è capace, come dicevano i romani, di cambiare e modificare tutto quello che incontra. L’Acqua trasporta. L’acqua racconta. E allora oggetti ritrovati sulla riva del Tamigi, apparentemente senza valore ma connessi con la loro storia che parla lingue antiche e obliate, tra le mani di attenti indagatori e artisti, vengono fatti "risorgere" quali elementi architettonici. L’Acqua infatti è vista come rinascita, battesimo filosofico di una "produzione non produzione" capace di vedere un dono in quello che per altri è uno scarto (Diachronicles - Silvia Galbiati Architecture & Design).
Ma l'acqua è molto più di un elemento fisico, un elemento vitale che abbiamo creato e allo stesso tempo non siamo stati in grado di preservare ma che, oggi, con la conoscenza, la coscienza, dobbiamo assolutamente proteggere. La nostra acqua è uno straordinario vettore di energia che risuona e va in risonanza profondamente con l’essere, diventa, nelle mani di progettisti attenti e spirituali capaci di leggere tra le molecole stesse dell’elemento, un progetto architettonico che rappresenta anche un viaggio verso la consapevolezza antica, un invito a riscoprire la purezza delle prime infantili scoperte che proprio attraverso il potere trasformativo dell'acqua abbiamo dimenticato o lasciate assopite. È qui che entra in campo il designer capace di risvegliarle, richiamandoci a quella semplicità e a quella essenza della vita che diventa ponte verso una nuova comprensione non solo di noi stessi ma anche del mondo che ci circonda (Noto: un giardino goccia dopo goccia - GiardinoSegreto).
È allora essenziale, a prescindere da tutto, riconnettersi con la purezza dell'acqua. Partire per un viaggio verso una nuova consapevolezza. Una consapevolezza che deve partire dalla cultura. Dalla coscienza e dalla conoscenza, dal rispetto per un elemento essenziale, capace di affogarci e di dissetarci, di darci la vita e di togliercela e di farci rinascere (Disposable Water? - Tétris Design x Build).
È quindi necessario intraprendere un viaggio verso la presa di coscienza dell'uomo attraverso il potere trasformativo dell'acqua. Rigenerante e generativo, verso quel potere che abbiamo visto essere filosofico, spirituale, religioso. Verso quella sensazione primordiale che ci porta attraverso un varco in un legame ancestrale tra l'uomo e l'elemento vitale dell'acqua, come ritornando nel grembo materno. In una sorta di fonte di reminiscenze, rifugio per la nostra natura più intima (Reminiscence - Silvia Porro Architects).
Questi progetti, cercano tutti di renderci capaci di riconnetterci con la nostra essenza attraverso quest’elemento antico, spirituale, effimero e inafferrabile ma essenziale che è l’acqua. Quest’elemento che per secoli abbiamo violentato, mortificato e che oggi, ci sta presentando il conto. Conto che dobbiamo pagare. Con una nuova consapevolezza. Abbiamo bisogno di fermarci e ristabilire le priorità. Questi progetti, sono un appello alla consapevolezza, alla necessità di ritrovare l'equilibrio interiore e di riallinearsi con i valori fondamentali che guidano la nostra esistenza.
Anche solo con delle gocce che scivolano su un cristallo, su una finestra, su una superficie lapidea; gocce pure entrano in un quadro, in una fotografia, in una scultura. Gocce che come l’architettura e l’arte sanno procedere fluide ed allineate in una scatola situata in una piazza piemontese (SOL-6 - Studio Spagnotto Architettura).
Gocce pure che dialogano con un lago, con un porto, con un fiume, gocce che, sappiamo passare attraverso un ciclo magnifico e speriamo eterno.
I progetti della Collettiva sono stati oggetto di un premio del pubblico che è stato consegnato durante l’evento di finissage domenica 14 aprile ai primi tre studi più votati: aidna, Casalini Bartoli Architetti e FTA | Filippo Taidelli Architetto. Il premio, sponsorizzato da Airlite, è stato ideato in collaborazione con la Fondazione Franco Albini, partner del Manifesto: un workshop residenziale a Casa Albini in Gallura, un contesto dove architettura, design, natura e formazione si fondono.
Acqua, Trasformazione e Cambiamento sono le parole che hanno ispirato il progetto di allestimento della lounge, curato dal set designer Biagio Luca Intorrella.
In linea con i valori del Manifesto, la lounge si è fatta portatrice di messaggi di sostenibilità, non solo attraverso i progetti in mostra, ma anche grazie ai contributi dei diversi partner dell’iniziativa: Airlite, Lena Custom Kitchen, Misha, Galleria Rossana Orlandi e Tenuta di Tavignano.
Airlite ha dipinto la lounge con la sua pittura, una tecnologia brevettata che utilizza lo stesso principio fisico usato dalla natura e trasforma le pareti di un edificio in un purificatore d’aria naturale.
I 255 mq della lounge dipinti con Airlite equivalgono a 10 alberi che impediscono l’emissione di 133 kg di CO2 rispetto ad una pittura tradizionale.
Lena Custom Kitchen ha omaggiato la lounge di un oggetto di design che ha anche una sua funzionalità, una cucina che non possa definirsi propriamente cucina, un prodotto minimale ma d’impatto, artigianale e su misura, creato ad hoc per un luogo in cui si respira arte e cultura.
Misha ha arricchito la lounge con delle carte da parati dipinte a mano a sottolineare ancora di più il messaggio di un’artigianalità dove tradizione e innovazione riescono a creare delle vere e proprie forme d’arte.
Nella lounge anche un pezzo di design dalla Galleria Rossana Orlandi selezionato appositamente per il Manifesto, con una connotazione di sostenibilità: un’opera dell’artista Moon Seop Seo, Passage to the lake 2, una fontana a rappresentare il tema dell’acqua.
Tenuta di Tavignano ha offerto i vini della sua produzione 100% biologica per i diversi eventi che si sono tenuti nella lounge, che è stata all’interno del MIA Photo Fair un vero e proprio hub, un laboratorio di pensiero e cultura, un luogo di incontro, dialogo, scambio e approfondimento.