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I breakfast del Manifesto - Ocean Disclosure Initiative: Vertical on Construction, Building Materials and Furniture

4.4.2024

Apr 2024

I breakfast del Manifesto - Ocean Disclosure Initiative: Vertical on Construction, Building Materials and Furniture
I breakfast del Manifesto - Ocean Disclosure Initiative: Vertical on Construction, Building Materials and Furniture

Secondo appuntamento con i breakfast del Manifesto nella bellissima sede di ESGnews, insieme a Francesco Perrini, Associate Dean for Sustainability di SDA Bocconi, e Jan Pachner, General Secretary di One Ocean Foundation, che moderati da Alessandra Frangi, ci hanno presentato una ricerca sull'impatto diretto e indiretto dei settori dell'edilizia e del furniture sull'oceano.

La ricerca fa parte del progetto Ocean Disclosure Initiative, promosso da One Ocean Foundation in collaborazione con SDA Bocconi School of Management Sustainability Lab, McKinsey & Company e CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Cientificas) e finalizzato a promuovere l’attivazione sulla sostenibilità degli oceani da parte delle aziende di tutti i settori economici, suggerendo risposte di prevenzione e/o mitigazione e favorendo la divulgazione e la rendicontazione.

Il settore delle costruzioni e dell’edilizia è responsabile di circa il 37% delle emissioni di CO2 legate all’energia e rappresenta il 34% della domanda energetica a livello globale. Inoltre, le emissioni di CO2 derivanti dalle attività immobiliari hanno raggiunto nel 2023 il massimo storico di circa 10 GtCO2 (+5% rispetto al 2020).

Oltre all’impatto emissivo del settore, la pressione delle industrie del design e de lreal estate su mari e oceani deriva dalla produzione di inquinanti chimici e rifiuti che finiscono nelle acque, dal prelievo e dal consumo di acqua, dal contributo all’eutrofizzazione (processo degenerativo delle acque indotto da eccessivi apporti di azoto, fosforo ed altre sostanze fitostimolanti) per la produzione di cemento e dall’uso della sabbia marina. Questo si traduce in perdita o riduzione della biodiversità, contaminazione delle acque marine, aumento dei rifiuti marini e delle microplastiche (anche ingerite dai pesci con effetti diretti sulla salute dell’uomo) e introduzione di energia in termini di luce, rumore e vibrazioni.

L’oceano è una risorsa fondamentale per l’essere umano: ricopre il 70% della superficie terrestre, ospita l’80% della biodiversità globale e produce il 52% dell’ossigeno di cui l’uomo necessita per respirare.  Al contempo, regola il clima assorbendo la CO2 presente in atmosfera (a partire dalla rivoluzione industriale a oggi, l’oceano ha immagazzinato tra il 30% e il 40% del biossido di carbonio in eccesso prodotto dalle attività antropiche) ed è fonte di sostentamento ed energia per oltre 3 miliardi di persone. Eppure, sono ancora poche le aziende che considerano il proprio impatto sugli oceani. Un dato che dovrà necessariamente cambiare dal momento che i nuovi standard di rendicontazione europei pubblicati in concomitanza della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) chiedono alle industrie di rendere noti i propri impatti sul mare e sugli oceani.

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