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Il Metodo Albini per la Cultura del Progetto - La Porta

26.9.2024

29.9.2024

Sep 2024

Sep 2024

Il Metodo Albini per la Cultura del Progetto - La Porta
Il Metodo Albini per la Cultura del Progetto - La Porta

Workshop a Casa Albini in Sardegna per i vincitori della Collettiva di Architettura 2024 del Manifesto dell'Abitare

Avete mai scomposto una porta per scoprire cosa c’è dentro?

Noi lo abbiamo fatto durante il workshop della Franco Albini Academy  “La cultura del progetto”, messo in premio da Airlite per i vincitori della Collettiva di Architettura 2024 del Manifesto dell’Abitare. Un workshop che usa la porta come metafora per guardare“dentro” e guardare “oltre”.

Per farlo ci siamo spostati da dove eravamo e siamo entrati nella bolla magica di Casa Albini ad Aglientu, in Sardegna, dove la potenza della Natura costituisce di per sé un elemento trasformativo.

Come ci dice Filippo Taidelli, che ha partecipato a questi magici giorni in Gallura, questo non è solo un workshop, “ma un comunità olistica, che affronta spontaneamente, in un gruppo di persone, diverse esperienze della vita… ”.

Monica Cuzzaniti del Manifesto dell’Abitare, lo descrive invece come “entusiastica contaminazione” e Salvatore Scandurra di aidna studios come “Umanità trasversale, un falò dove tutti si è in cerchio e si guarda da punti differenti qualcosa che è stato messo al centro”.

Al centro, c’era una porta; un elemento apparentemente semplice che nasconde un universo di significati; una metafora in cui rispecchiarsi per aprire nuovi spiragli o chiudere aperture inutili.

Per 4 lunghi e cortissimi giorni, abbiamo dimenticato telefoni, call, impegni e ci siamo immersi dentro noi stessi, dentro il progetto, dentro l’altro.

Grazie al nostro “inarrivabile” Marco Marzini, abbiamo giocato con 146 carte che hanno costruito il nostro mondo interiore e spalancato nuove aperture possibili.

Abbiamo lavorato sul corpo, sull’energia, sul respiro, assistito alla "Via del Talento", lo spettacolo introduttivo al Metodo Albini, siamo stati guidati in una lezione di “alta-astronomia”, abbiamo ricevuto trattamenti di Human Therapy da Karin Sach, siamo stati accompagnati dalle sapienti cure di Natalia Piana che fa della scrittura uno strumento terapeutico, abbiamo dipinto con le vernici di Airlite, goduto del vino di Sella & Mosca e dei manicaretti di Camilla ma soprattutto grazie a lei, che ci ha concesso di vivisezionare una sua vecchia porta di casa, abbiamo avuto l’opportunità di applicare alla lettera il Metodo Albini.

Abbiamo scomposto, cercato l’essenza, ricomposto, verificato e agito con responsabilità sociale.

Dopo aver svitato e scardinato in pezzi dallo stipite alle maniglie, ci siamo ritrovati davanti a 64 componenti, ordinatamente disposti sulla terrazza di Umbral e, dopo l’euforia della scoperta, siamo rimasti in silenzio ad ascoltare il disagio che sentiamo quando qualcosa si rompe in pezzi.

Ci siamo come freezati, ognuno con il suo vissuto interno, a chiederci “e adesso?”.

Come si ricompone ciò che non è più?

Si fa. Insieme, si fa! E ne si ricava qualcosa che emoziona, un segno che nessuno si aspettava ma che prende vita piano piano. Dalla parola di uno, dal gesto di un altro, si compone una forma che nasce spontanea attraverso di noi, canali aperti, provvisti di braccia e mani.

“GhJana*, la porta cannone” ora si erge fiera, a testimoniare che è tutto vero, che questo straordinario episodio di umanità, libertà e trasformazione è accaduto veramente, che è ancora possibile, incontrarsi, contaminarsi, ridere alle lacrime, toccare corde profonde e spalancare portali su nuovi mondi per noi stessi e per gli altri, come ci ricordano le parole incise sugli scarti del legno che oscillano all’interno di un grande albero, accanto al nostro Umbral, il Tempio dell’Ascolto.

*porta in gallurese

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